Quale universitario al mondo, colto dallo sconforto e dalle difficoltà, non ha mai cercato su internet: “come preparare un esame in 7 giorni?”, “come studiare velocemente”, o ancora, ha ascoltato milioni di consigli per lo studio, affidandosi ad un portale, quasi come fosse un oracolo, digitando “metodo universitario efficace”? Ebbene, l’università non è uno scherzo, e questo si sa, dunque, è difficile barare. A tal proposito è necessario chiarire sin dall’inizio di questo articolo che no, non vi sono magie o stratagemmi di paesi sconosciuti che possano aiutarvi a studiare; no! Non esiste una formula matematica infallibile capace di farvi prendere trenta e lode ad ogni esame; e no, non abbiamo stilato per voi “i migliori metodi per la composizione di schemi a cascata, così perfetti da restarvi impressi fino all’età della vostra pensione”. La risposta a queste sofferenze è soltanto una: tipologia del metodo di studio. È fondamentale far luce su gli stili di apprendimento: ogni studente, a prescindere dal proprio corso di laurea, apprende in maniera totalmente diversa rispetto ad un amico o collega. C’è chi assimila meglio un concetto guardando un film, chi possiede la “memoria fotografica” ricordando meglio un concetto con la visione di una foto o dal nome di un paragrafo. Ancora, chi studia in gruppo o preferisce ripetere a voce alta in solitudine. Capirete, dunque, che le tecniche di studio sono molteplici: esaminiamole più da vicino.
Metodo di studio universitario
Individuiamo adesso tre specifici gruppi di apprendimento:
– Gruppo A: modalità legata all’apprendimento attraverso i sensi. Le persone appartenenti a questo gruppo imparano meglio con l’apprendimento visivo verbale (leggendo) o non verbale (guardando figure, diagrammi, …), con l’apprendimento uditivo (ascoltando le lezioni), o, ancora, cinestetico (facendo esperienza diretta con l’argomento).
– Gruppo B: modalità legata all’elaborazione di informazioni attraverso un metodo analitico o globale. Nel primo caso, vi è un’assimilazione logica, basata su fatti e dettagli analizzati con un ragionamento sistematico; nel secondo caso, si tratta di una tipologia di acquisizione basata sull’intuito.
– Gruppo C: modalità legata all’apprendimento individuale o di gruppo: non si tratta altro che di una preferenza fra le due modalità.
Tecniche di studio del gruppo A
Stile visivo verbale: è lo stile di apprendimento di chi preferisce leggere piuttosto che ascoltare, prendere appunti, vedere testi scritti o parole chiave evidenziate alla lavagna.
Consigli per te:
- prendi appunti e rileggili quando puoi
- componi riassunti delle lezioni o di un preciso argomento che non riesci a ricordare
- non leggere a voce alta (leggendo sottovoce, ti concentri di più)
- fai conoscenza con gli argomenti da studiare: prima di iniziare, leggi titoli, sottotitoli e quant’altro; componi uno schema del capitolo
- sottolinea (aggiungendo simboli, cambiando titoli; insomma, rendi tuo il concetto)
Stile visivo non verbale: è lo stile di apprendimento di chi possiede la cosiddetta “memoria fotografica”: ricordi meglio aiutandoti con foto, simboli, diagrammi, …
Consigli per te:
- usa evidenziatori colorati
- disegna schemi, figure, loghi.
- prima di iniziare un capitolo guarda attentamente le figure che lo compongono
Stile uditivo: è lo stile di apprendimento di chi preferisce ascoltare (in questo caso, le lezioni)
Consigli per te:
- leggi a voce alta
- ripeti mentalmente (o ripeti con/a qualcuno)
- prima di iniziare lo studio di un capitolo leggi ad alta voce i titoli e sottotitoli
- registra le lezioni o, anche te stesso, durante la ripetizione
- chiedi spiegazioni all’insegnante o comunque, partecipa attivamente agli scambi di idee in classe; confrontati con gli altri
Stile cinestetico: è lo stile di apprendimento di chi preferisce avere un’esperienza diretta
Consigli per te:
- lavora con un collega o in gruppo
- muoviti mentre studi (cammina, gesticola, …)
- prendi appunti durante le lezioni
- programma il tuo studio
- fai ricerche e partecipa a laboratori o progetti
- evidenzia le parole chiave del testo componendo poi un riassunto a parole tue
Tecniche di studio del gruppo B
Stile analitico: è lo stile di apprendimento di colui che ha bisogno di esaminare un problema e ragionarci su in modo pratico e sistematico, giustificando ogni dettaglio
Consigli per te:
- non trascurare l’intuito
- cerca di avere una visione globale del problema
- studia in compagnia
- partecipa e confrontati coi compagni durante le lezioni
Stile globale: è lo stile di apprendimento di colui che ha, per l’appunto, una visione globale del problema, valutandolo complessivamente
Consigli per te:
- organizza il tuo studio
- concentrati sulle singole questioni
- poniti domande
- leggi più di una volta
Tecniche di studio del gruppo C
Stile individuale: è lo stile di apprendimento di colui che preferisce e apprende lavorando da solo.
Consigli per te:
- è fondamentale il confronto con i compagni e con gli insegnanti
Stile di gruppo: è lo stile di apprendimento di colui che rende maggiormente se lavora in un team
Consigli per te:
- lo studio individuale ti permette di elaborare personalmente i concetti presi in esame
Dopo esservi riconosciuti in uno dei seguenti gruppi, vi invitiamo eventualmente ad individuare con più attenzione quali possano essere i vostri “pregi” o “difetti” durante l’apprendimento: i questionari del metodo di studio, sono senza dubbio un aiuto significativo!
Tecnica di studio definitiva: La Regina degli scacchi
Sebbene abbiamo analizzato differenti zone e sottogruppi di metodi di studio, c’è una cosa che li accomuna: la costanza, oltre che ovviamente, la passione. Il senso del dovere e della disciplina sono i veri assi nella manica che ogni studente dovrebbe possedere. Metodo, dunque, significa allenamento e, soprattutto, strategia: qual è il luogo che più necessita di strategia, se non un campo di battaglia? Ed in particolare, se quel campo di battaglia fosse reso minuscolo, così da poter essere alla portata di ogni individuo, per allenarsi nell’arte della “spremitura delle meningi”, non sarebbe favoloso? Beh, un minuscolo raggio d’azione, disteso in quadrati bianchi e neri, ci diletta dal VI secolo: 64 caselle, 16 personaggi, un unico obbiettivo: confinare il re in una casella, cioè, scacco matto. Uno dei giochi più antichi di sempre, gli scacchi, sono stati amati da Albert Einstein, Karl Marx, Napoleone e Fidel Castro; protagonisti di una delle serie più apprezzate degli ultimi mesi: The Queen’s Gambit, più comunemente conosciuta come “La regina degli scacchi”. Chiunque l’abbia vista è rimasto incantato dalla fermezza, dalla passione e dall’ambizione di Beth Harmon, protagonista della serie Netflix; ma, come collegare il metodo di studio con una serie televisiva sugli scacchi? Vi sorprenderà sapere che, per essere un ottimo scacchista, vi sono svariate leggi e, di conseguenza, plurimi metodi di cui si servono i giocatori per esercitarsi nell’affinare le proprie strategie. I punti forti di uno scacchista ambizioso sono:
- Costanza
- Disciplina
- Ambizione
- Studio delle tecniche
Queste caratteristiche vengono tuttavia “adattate” ad un personale stile di gioco.
Non vi ricorda qualcosa?
Se è vero che l’ambizione è la leva che muove la motivazione del gioco (o dello studio!) dovranno essere chiari i tuoi obbiettivi e, più saranno alti, più sarai ambizioso. Sfrutta le qualità migliori, battendo sui tuoi punti deboli; infine, tieni a mente che ogni giocatore, ed ogni studente, è diverso: non esiste una guida o un libretto d’istruzioni standard o adatto a tutti, analizza dunque le tue partite individuando gli errori e le mosse giuste. Si dice che l’obbiettivo per cui si gioca a scacchi sia migliorare ed avanzare di livello e che la maggior parte degli scacchisti vincenti siano quelli critici con sé stessi poiché, dopo aver vinto, ristudiano le partite individuando i momenti critici. Esattamente come ha fatto Beth Harmon ne “La regina degli scacchi”, prima di ogni vittoria!