Che significa comunicare? Basandoci sull’etimologia della parola vuol dire “mettere in comune”.
Ma, comunicare oggi? Può significare tutto!
Mai come nella società odierna ogni individuo vive immerso in differenti ambiti comunicativi. Pensiamo a tutti i canali televisivi, alle pubblicità, ad ogni post e storia delle numerose pagine social. La comunicazione è diventata talmente importante da riuscire, se ben fatta, a influenzare anche la qualità stessa del prodotto in vendita. Insomma, oggi potremmo parlare di iper-comunicazione, in cui sembra che siano i media a venirci incontro e non viceversa.
Come funziona la comunicazione nel marketing o nel giornalismo lo spiegheremo in articoli dedicati. Oggi invece affrontiamo un aspetto forse poco conosciuto: la comunicazione in ambito sanitario. C’è un settore nella scienza che si occupa di questo mondo e di tutte le patologie annesse: la logopedia.
Dal termine stesso possiamo intuire che è un ramo che tratta il discorso e la parola. Ma, analizziamo più nel dettaglio:
Il logopedista è l’operatore sanitario che si occupa della prevenzione e del trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio. Inoltre rieduca, persone di ogni età, che hanno avuto patologie provocate dalla parola, dalla voce, dal linguaggio orale e scritto, e degli handicap comunicativi.
Cosa fa il logopedista
Per tirare una somma elenchiamo le azioni principali della logopedia, riportando le parole di un documento del Miur:
- Elabora, anche in équipe multidisciplinare, il bilancio logopedico volto all’individuazione e al superamento del bisogno di salute del disabile;
- Pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità comunicative e cognitive, utilizzando terapie logopediche di abilitazione e riabilitazione della comunicazione e del linguaggio, verbali e non verbali;
- Propone l’adozione di ausili, ne addestra all’uso e ne verifica l’efficacia;
- Svolge attività di studio, didattica e consulenza professionale, nei servizi sanitari e in quelli dove si richiedono le sue competenze professionali;
- Verifica le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale.
Riferimenti nella cultura
Chi ha visto il film “Il discorso del re”, in cui si parla del rapporto tra il re Giorgio VI e il suo logopedista Lionel Logue, avrà sicuramente intuito quanto sia importante questo lavoro per la sicurezza e l’autostima delle persone. Le balbuzie del re, interpretato da Colin Firth, infatti erano un grosso problema per colui che si trova a ricoprire un incarico pubblico così importante. Erano i primi anni in cui la politica si affacciava alle radio, e il re britannico, nonché padre della futura regina Elisabetta II, aveva non pochi problemi a esprimersi con serenità. Il logopedista, interpretato nel film Premio Oscar da Geoffrey Rush, intraprese con il monarca una cura di sedute personali che lo aiutarono a superare le balbuzie e a ritrovare la stima di sé.
Infatti c’è un nesso diretto tra l’idea di sé e il modo in cui comunichiamo. La maggior parte delle volte le patologie della parola sono dovute a fattori psicologici e cognitivi. È per questo che, nella logopedia, oltre alle patologie di interesse otorinolaringoiatriche e foniatriche, ci sono anche quelle neurologiche, neuropsicologiche e neurocomportamentali.
Le materie da studiare per chi decide di iscriversi a logopedia spaziano quindi dall’ambito psicopedagogico a quello chirurgico.
Vediamo allora nel dettaglio in cosa consiste il Corso di Laurea di Logopedia:
Accesso
Dal sito del Miur si legge che tale corso rientra nella Classe di appartenenza L-SNT/2 (Lauree in Professioni Sanitarie della Riabilitazione) pertanto è a numero chiuso. La prova di ammissione (è consigliato studiare su libri formulati appositamente per le professioni sanitarie) viene elaborata dalle singole Università sulla base delle disposizioni del Miur. È possibile iscriversi a più test d’ingresso sostenendone però soltanto uno, dal momento che la data di svolgimento vale per tutti gli atenei.
Che lavoro offre
Il logopedista può lavorare sia come dipendente in strutture pubbliche e private, sia come libero professionista. Il conseguimento della Laurea triennale vale anche come abilitazione per l’esercizio della professione.
Secondo il XXI Rapporto AlmaLaurea tra i laureati nelle Professioni Sanitarie della Riabilitazione, a un anno dalla laurea il:
- 74,6% lavora e non è iscritto ad un corso di laurea di secondo livello;
- 6,3% lavora ed è iscritto alla specialistica;
- 8,1% non lavora ed è iscritto alla specialistica;
- 4,2% non lavora, non è iscritto ad un corso di laurea di secondo livello e, non cerca lavoro;
- 6,7%% non lavora, non studia, ma cerca occupazione.
- Lo stipendio mensile netto medio è 1.112 euro.
Differenze con altri studi
Lo studio che spesso diventata sinonimo di logopedia è la foniatria. In realtà c’è una differenza (Qui per approfondire):
La Foniatria è la scienza che studia la comunicazione verbale e la deglutizione in tutte le fasce d’età e i disturbi ad essa correlati. Il foniatra è il medico specialista che attua la diagnosi, mentre il logopedista lo affianca nella fase valutativa e mette in atto le attività di riabilitazione.
La Logopedia si occupa della prevenzione e del trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica. Egli si interessa inoltre dello studio scientifico della comunicazione umana, dei disturbi ad essa associati e della deglutizione.
Dove si studia Logopedia
In Italia il corso di Logopedia si trova in 30 città:
- Ancona – Università Politecnica delle Marche
- Bari – Università degli Studi di Bari Aldo Moro
- Bolzano – Università Cattolica del Sacro Cuore
- Cagliari – Università degli Studi di Cagliari
- Catania – Università degli Studi di Catania
- Catanzaro – Università Magna Grecia di Catanzaro
- Chieti – Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio”
- Ferrara – Università degli Studi di Ferrara
- Firenze – Università degli Studi di Firenze
- Foggia – Università degli Studi di Foggia
- Genova – Università degli Studi di Genova
- L’Aquila – Università degli Studi dell’Aquila
- Messina – Università degli Studi di Messina
- Milano – Università degli Studi di Milano
- Napoli – Università degli Studi di Napoli “Federico II” e Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
- Palermo – Università degli Studi di Palermo
- Padova – Università degli Studi di Padova
- Parma – Università di Parma
- Pavia – Università degli Studi di Pavia
- Perugia – Università degli Studi di Perugia
- Pisa – Università di Pisa
- Potenza – Università Cattolica del Sacro Cuore
- Ravenna – Università degli Studi di Bologna
- Reggio Emilia – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
- Roma – Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e Università Cattolica del Sacro Cuore
- Sassari – Università degli Studi di Sassari
- Siena – Università degli Studi di Siena
- Torino – Università degli Studi di Torino
- Trieste – Università degli Studi di Trieste
- Verona – Università degli Studi di Verona
Il logopedista è un medico?
No! Il logopedista non è un medico, ma collabora con lui a stretto contatto nella diagnosi, per poi occuparsi in autonomia dell’elaborazione del percorso terapeutico e riabilitativo adatto al paziente.
Diamo qualche numero
Tra le diverse professioni sanitarie quella della logopedia è certamente una delle più gettonate. Solo nel 2019 sono stati 6.562 i candidati per 771 posti disponibili. Numeri alti che rispettano purtroppo l’incidenza delle patologie connesse alla parola, sottolineando l’urgenza e l’importanza di tale lavoro: parlando solo di balbuzie, ne soffre almeno un milione di italiani (1 su 4 è un bambino).
Noi di Uniperte facciamo un enorme in bocca al lupo a tutti coloro che dovranno affrontare il test di accesso per Logopedia nel 2021, nella speranza di superarlo! E ringraziamo chi già svolge questa professione. Avere a che fare con l’autostima delle persone è sicuramente una mansione delicata e di fondamentale importanza.