Sono ormai passati più di 4 anni dal referendum che ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Scelta molto discussa anche all’interno dello stesso Stato. E’ di pochi giorni fa la notizia che addirittura Stanley Johnson, il padre del Primo Ministro Boris Johnson, vuole chiedere la cittadinanza francese per sentirsi ancora un cittadino europeo. Sappiamo anche che il risultato del referendum è frutto di uno scontro generazionale. I più giovani infatti si sono dimostrati fin da subito più europeisti, cavalcando meno l’ondata di euroscetticismo alimentata da vari partiti in Occidente. Le nuove generazioni sanno bene che la cittadinanza europea offre vantaggi e opportunità di incontro, come l’Erasmus.
Il programma Erasmus, acronimo di EuRopean Community Action Scheme for the Mobility of University Students, è un programma di mobilità studentesca dell’Unione europea, creato nel 1987. Nome che ovviamente ricorda Erasmo da Rotterdam, umanista e teologo olandese che esplorò l’Europa con i suoi numerosi viaggi. Allo stesso modo, a uno studente universitario è concesso effettuare in Europa, un periodo di studio riconosciuto dalla propria università. L’intento è non solo arricchire il bagaglio di esperienze degli studenti, ma anche far capire l’effettiva importanza di essere parte della stessa comunità. Non è solo la moneta o il mercato a unirci, ma anche le prospettive di crescita, la condivisione delle medesime opportunità. Eppure con la Brexit, nel Regno Unito necessariamente cambierà qualcosa. Che novità ci saranno per il Progetto Erasmus nella monarchia britannica? Noi di Uniperte proveremo a spiegartelo!
ERASMUS DOPO LA BREXIT
Durante il periodo di transizione (dal 31 gennaio al 31 dicembre 2020) è stato permesso il proseguimento delle attività fino alla loro scadenza, come indica il sito della Commissione Europea:
L’articolo 138 dell’accordo di recesso prevede che, in merito ai programmi e le attività dell’Unione impegnati nell’ambito del Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020, la legislazione applicabile dell’Unione continui ad applicarsi al Regno Unito dopo il 31 dicembre 2020 fino alla chiusura di tali programmi e attività dell’Unione. Ciò vuol dire che i soggetti giuridici con sede nel Regno Unito possono ancora partecipare e ricevere finanziamenti nell’ambito degli attuali programmi dell’UE 2014-2020, fino al loro termine.
Adesso che siamo appena entrati nel 2021, la situazione comincia a essere più rigorosa e ufficiale. Tra le varie misure varate, c’è il triste addio al programma Erasmus. Ogni anno aderivano al progetto circa 17 mila studenti, mentre quasi il doppio erano i cittadini europei che partivano per il Regno Unito, su un totale di circa 200 mila studenti coinvolti. Secondo il Primo Ministro inglese l’opportunità era più sfruttata dagli altri cittadini europei rispetto a quelli inglesi. Ecco un’altra ragione che ha dato vita a una sostituzione più nazionale e patriottica: il progetto Alan Turing. Si tratta di un programma, su cui il Ministro dell’Istruzione Gavin Williamson ha già promesso di stanziare 100 milioni di sterline, che strizza l’occhio agli atenei americani e asiatici.
Come se non bastasse, anche la pandemia da Covid-19 ha messo a dura prova l’efficienza del progetto Erasmus. Durante la prima ondata, con le prime restrizioni, molti giovani sono stati costretti a interrompere la loro avventura per tornare nel loro Paese; altri invece sono stati bloccati alle frontiere, trovandosi ad affrontare numerosi ostacoli.
Dopo l’estate, qual è stato l’andamento del programma Erasmus?
ERASMUS DURANTE LA PANDEMIA DA COVID-19
Sembra scontato pensare che il Coronavirus abbia rallentato i viaggi e la mobilità degli studenti, ma alla luce dei dati, bisogna ricredersi! Ad aderire al nuovo semestre sono stati addirittura il 5% in più rispetto agli anni precedenti. Certo, le limitazioni sono molte, come raccontano alcuni studenti italiani all’Estero, intervistati dai vari quotidiani. Una su tutte è certamente il grado di socialità, che è uno degli aspetti fondamentali per questa esperienza. Le discoteche e altri luoghi di incontro sono chiusi, così come ristretta è la possibilità di uscire insieme o andare a pranzo. Le lezioni sono per la maggior parte online, ma nonostante ciò, non mancano contatti con altri studenti europei. Le interazioni sono diventate centellinate, ma non sparite del tutto. Ovviamente tutto ciò è stato garantito con la speranza di finire il semestre in un modo migliore. Rimane però, a detta di molti studenti ormai fuori, una bellissima e arricchente esperienza.
Prima di concludere, vogliamo rispondere alle domande più frequenti che ruotano attorno al mondo del progetto Erasmus.
LE DOMANDE PIU’ FREQUENTI
Cos’è l’Erasmus+?
Erasmus+ è il programma promosso dalla Commissione Europea in materia di istruzione, formazione, gioventù e sport per il periodo 2014-2020. Lo scopo, in linea con la strategia Europa 2020, è contribuire all’accrescimento dei livelli di occupazione, allo sviluppo del capitale sociale e alla promozione della cooperazione fra gli Stati dell’Unione europea.
L’Erasmus aiuta a trovare lavoro?
Da un articolo de Il Sole 24 Ore si evince che gli studenti ex Erasmus trovano lavoro più facilmente.
Tra i candidati di uguale merito e titolo, si opta più frequentemente per scegliere uno studente che ha avuto esperienze di mobilità.
Stando ai numeri, la Commissione Europea afferma che il tasso di disoccupazione a lungo termine degli ex Erasmus è del 2%, mentre quello dei non Erasmus arriva al 4%.
C’è Infine una ricerca, condotta dall’Università di Linz, sul guadagno: quello degli studenti ex Erasmus è maggiore rispetto a coloro che non hanno partecipato al programma.
Perché l’Erasmus aiuta a trovare lavoro?
Perchè chi ha preso parte al progetto, risponde alle priorità dell’attuale mondo lavorativo:
- conoscere più lingue
- apertura mentale
- spirito di condivisione
- esperienze nel mondo degli stage
Cosa devo sapere degli stage in Europa?
Iniziamo la risposta con un altro dato: il 33% degli studenti che ha svolto un tirocinio durante un programma di Erasmus Plus traineeship sono poi stati assunti da quella stessa azienda.
Anche la famosa Training Manager Fabiana Andreani (fabianamanager) si è occupata dell’argomento, consigliando dei siti su cui informarsi:
- https://erasmusintern.org/
- https://www.eu4eu.org/
- siti come linkedin monster indeed (inserisci emea nella barra di ricerca).
Quanto dura?
L’Erasmus dura da un minimo di 3 ad un massimo di 12 mesi. Ovviamente in base al periodo scelto si daranno più o meno esami.
Posso farne più di uno?
Sì, il nuovo programma Erasmus+ permette di partire più volte. Il tetto massimo è 12 mesi, per cui se ne può fare uno di 6 mesi il 1o anno, e un altro di altri 6 il 3o.
Inoltre ogni ciclo di studio (Triennale, Magistrale, Dottorato) garantisce la possibilità di aderire al programma. Per cui sono 3 i tetti massimi di 12 mesi.
Dove si può fare?
Si può scegliere tra uno dei 28 stati membri dell’Unione Europea o tra Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera e Turchia che hanno fatto degli accordi per poter essere inserite all’interno di questo progetto.
Gli stati e le città a disposizione dipendono dagli accordi tra il progetto e la propria facoltà di appartenenza. Per avere maggiori informazioni in merito, basta leggere il “bando Erasmus”, dove ci sarà anche l’elenco di tutte le università a disposizione.
Le persone diversamente abili possono partecipare?
L’Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE destina ogni anno dei fondi a sostegno della mobilità di persone con esigenze speciali che viene attribuita agli Istituti di istruzione superiore sulla base delle candidature sia di Studenti sia di Staff con esigenze speciali in mobilità.
Sulla pagina di erasmusplus.it si legge che «il Programma Erasmus+ attribuisce particolare attenzione agli studenti e al personale in mobilità le cui condizioni fisiche, psichiche o, più in generale, di salute siano tali da non consentire la partecipazione al programma senza un finanziamento aggiuntivo per i costi ulteriori sostenuti legati al sostegno, all’accoglienza e ai servizi di supporto pedagogico e tecnico.»
Quanti soldi prevede la borsa di studio?
La borsa di studio che riceverai sarà diversa in base al Paese che hai scelto come meta.
Il prezzo va dai 250€ ai 400€. Qui la tabella dettagliata.
Anche Uniperte augura a tutti gli studenti fuori, di poter concludere la loro attività di studio in un periodo più roseo, e di poter vedere il più presto possibile luoghi d’incontro pieni zeppi di studenti da tutti i Paesi.